Più che una guida su quale piano cottura scegliere in base ai sistemi di sicurezza, sarà una guida su quel che prevede la legge in merito. Questo ambito infatti, soprattutto per quel che riguarda le cucine a gas, è severamente regolato da specifiche norme. Durante l’arco di un anno infatti gli incidenti sono centinaia a volte anche mortali e molto spesso causati per mancanza di buon senso. I produttori sono ormai obbligati dallo stato ad installare sui loro piani cottura, sistemi di sicurezza. Il primo punto fondamentale è che tutti gli elettrodomestici, piani cottura inclusi, devono avere il marchio CE che ne certifica la conformità. Un altro marchio può anche essere IMQ, i così detti volontari che ne attestano la conformità alle leggi ambientali.
Piano cottura e sicurezza: marchi obbligatori
Come accennato sopra, ogni piano cottura deve avere il marchio CE che riguarda nello specifico gli apparecchi elettrici e tutti i prodotti disciplinati dalle direttive comunitarie e circolanti in Europa. Questa praticamente è un’autocertificazione del produttore sulla sicurezza fissata a norma di legge. Ogni prodotto marchiato CE ha un fascicolo tecnico ed un manuale di utilizzo.
I marchi volontari per i piani cottura
Questi invece garantiscono che il prodotto abbia superato determinate prove e controlli da parte di un ente certificatore terzo e risponda ai requisiti di sicurezza. Quelli più conosciuti sono IMQ e VDE e riguardano il settore elettrico.
Infine i marchi Ecobel e FSC garantiscono rispettivamente la riduzione dei consumi energetici e il ridotto impatto ambientale mentre il secondo garantisco che il legno utilizzato viene da foreste gestite in maniera responsabile.
Cucina a norma: i piani cottura a gas
Il tutto è regolato dalla norma UNI 7129 -2015 che stabilisce l’obbligo della termocoppia tra le tante cose. Il piano do cottura dovrà essere installato in un ambiente dotato di aperture permanenti quali finestre e condotti di ventilazione in modo da fornire un’adeguato ricambio e flusso d’aria.
L’eliminazione dei fumi di cottura e combustione dovrà altresì avvenire per mezzo di una canna fumaria che deve scaricare ovviamente verso l’esterno.
Il tubo che collega il piano alla conduttura per modelli ad incasso deve essere in metallo flessibile e di lunghezza non superiore ai 2 metri o anche rigido, in rame, con guarnizione in elastomero. Nelle cucine a libera installazione il tubo può essere in gomma (a norma UNI 7140) lungo massimo 1,5 m, da sostituire tassativamente ogni 5 anni.
Le tubazioni del gas non devono stare a contatto con quelle dell’acqua e, nel caso in cui dovessero esserle, bisognerà proteggerle tramite una guaina di protezione, altrimenti utilizzare tubi in rame o acciaio. Il tubo non dovrà nemmeno stare dietro o accanto alle pareti di un eventuale forno.
Norme di sicurezza per piastre ad induzione
Anche in questo caso allaccio ed installazione vanno fatti da un tecnico certificato e in base allo schema fornito dall’azienda produttrice. Qui è specificata la tensione consentita per il tipo di modello acquistato ed il suo relativo valore.
Bisogna inoltre, sempre tramite un tecnico, realizzare una linea di alimentazione dedicata al piano ad induzione, che dovrà essere isolata e protetta contro eventuali sovratensioni e in base alla potenza nominale del piano cottura ad induzione. Inoltre per sicurezza è vietato usare coperture sul piano cottura.
Generalmente i piani cottura di questo tipo sono dotati di un dispositivo che, nel caso i fuochi siano in funzione per troppo tempo, provvederanno al distacco dell’energia elettrica. Questo più che un dispositivo di sicurezza è utile soprattutto per quel che riguarda il risparmio energetico. Ricordiamo infatti che questo genere di piani cottura non genera calore, quindi i rischi di scottature sono scongiurati all’origine.